Si può bere il caffè in gravidanza?

La domanda principale a cui proveremo a rispondere in questo articolo è la seguente: consumare caffè in gravidanza è rischioso oppure no? Un interrogativo più che legittimo, che ogni giorno moltissime future mamme amanti del caffè si pongono con non poche ansie.

Prima di entrare nel merito è doverosa una premessa: intorno a questa tematica ci sono opinioni contrastanti. Alcuni studi, infatti, ammettono il consumo di caffè durante la gravidanza, altri lo sconsigliano fortemente. Andiamo ad analizzare i diversi approcci.

Caffè in gravidanza: cosa dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità

Il problema principale relativo al consumo di caffè in gravidanza è quello legato all’assunzione della caffeina: quest’ultima, essendo un alcaloide naturale, può avere effetti non benefici sul feto. D’altronde, il consumo di caffè è sconsigliato a tutti i bambini piccoli, perché potrebbe provocare ipertensioni o altre problematiche. E quindi, a maggior ragione, ciò vale per il feto, ancora nella pancia della mamma.

Uno studio recente pubblicato su BMJ Evidence-Based ha sottolineato come le donne incinte non dovrebbero bere caffè. La ricerca, infatti, ha stabilito come, in caso contrario, ci si esporrebbe maggiormente ad una serie di rischi che potrebbero compromettere da un lato la salute del feto e dall’altro quella della futura mamma: dall’aborto spontaneo al parto pretermine, dal basso peso alla nascita all’acidità di stomaco, dalla nausea alla tachicardia.

Tuttavia, al momento, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non ha adottato le stesse conclusioni: le linee guida ammettono di bere caffè in gravidanza. Con moderazione però: non più di tre tazzine di caffè espresso, preparato con la moka oppure in cialde.

Regolare le quantità di caffeina che si assume (in generale e a maggior ragione durante la gravidanza) è fondamentale, dal momento che le sue proprietà eccitanti e stimolanti potrebbero risultare nocive. Vale la pena ricordare, peraltro, come il caffè non sia l’unico alimento che contiene caffeina: essa è presente anche nel tè, nelle bevande a base di cola, nel cioccolato (specialmente quello fondente) e nelle barrette energetiche. Perciò anche questi alimenti vanno consumati con moderazione.

In ogni caso, il caffè in gravidanza è da evitare per tutte quelle donne che presentano problemi all’apparato digestivo, come ad esempio gastriti o reflusso. Il consiglio è sempre quello di contattare il proprio medico o ginecologo e seguire le relative indicazioni.

Caffè in gravidanza: meglio quello decaffeinato e d’orzo?

Sicuramente sì: durante la gestazione, il caffè decaffeinato e quello d’orzo sono una soluzione migliore rispetto all’espresso tradizionale. Dal momento che è la caffeina ciò che nuoce di più alla mamma e al feto se assunta in dosi troppo elevate, caffè decaffeinato e caffè d’orzo rappresentano una scelta più salutare.

In alcuni casi però non bisogna comunque esagerare. Prendiamo ad esempio il caffè decaffeinato: seppur in quantità inferiore allo 0,1%, anch’esso contiene caffeina. Inoltre, se ne sconsiglia un utilizzo frequente per il fatto che al suo interno sono presenti agenti chimici utilizzati nel processo di decaffeinizzazione, di cui potrebbe restare una minuscola traccia una volta effettuata la torrefazione. Per quanto riguarda il caffè d’orzo, infine, il discorso è diverso: non contiene caffeina né altre sostanze stimolanti, quindi è una bevanda ideale per le donne incinte.