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Il caffè turco è una bevanda che vanta una storia secolare, piena di misteri e suggestioni. In questo articolo vedremo quali sono le sue origini e la sua storia più moderna e recente, per poi analizzare tutti i passaggi necessari per una preparazione autentica e gustosa.
Caffè turco: origini e storia
Si racconta che questo “oro nero” provenga in realtà dallo Yemen e più precisamente dal Palazzo del Sultano Soliman I, detto Il Magnifico, a capo dell’Impero Ottomano a partire dal 1520. Già nella corte del sultano il caffè turco divenne un rito quotidiano, preparato e consumato insieme alle concubine. Solo qualche decennio più tardi raggiunse la Turchia: la prima caffetteria a servirlo pare sia sorta a Istanbul nel 1554. Qui, ogni giorno, filosofi, musicisti e artisti si ritrovavano per conversare davanti ad un buon bicchiere di caffè.
Già nella metà del Seicento lo scrittore Evliya Celebri, all’interno del suo libro “Seyahatnâme”, parlava di ben 55 caffetterie presenti nella città turca. Ed erano sempre luoghi di ritrovo per gli intellettuali del paese, che qui potevano discutere e confrontarsi sulla situazione socio-politica del paese. Ovviamente, questi dialoghi non erano visti di buon occhio dai potenti dell’epoca, ed in particolare dal sultano Murad IV, che nel 1633 ordinò la chiusura di tutte le caffetterie.
I commercianti turchi, esasperati da questa situazione, iniziarono ad espatriare, aprendo i loro locali nelle altre città europee. Il caffè turco così si diffuse in Europa e nel mondo, pur rimanendo – ancora oggi – una bevanda consumata in gran parte nei Paesi mediorientali, arabi e balcanici. In Turchia, in occasione dei matrimoni tradizionali, la sposa deve preparare alla madre dello sposo la sua migliore tazza di caffè. Tutto ciò alla presenza del futuro sposo, che dovrà bere senza alcuna esitazione una tazzina di caffè “corretta” con del sale.
Come preparare il caffè turco
La prima cosa da fare per preparare un buon caffè turco è utilizzare gli ingredienti e strumenti giusti. Sono pochi e semplici, ovvero: acqua, caffè in polvere finissimo, il cevze, lo zucchero o spezie. Ecco tutti i passaggi per preparare un caffè turco gustoso.
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- Mettere l’acqua nel cezve. È la tradizionale caffetteria mediorientale, un bricco in rame e ottone con un lungo manico, in cui vanno versati circa 50 ml di acqua a persona.
- Togliere il cezve dal fuoco quando l’acqua sta per bollire. Durante il processo di preparazione, l’acqua non deve mai arrivare ad ebollizione, altrimenti il caffè si brucia e perde le sue proprietà.
- Aggiungere la polvere di caffè (un cucchiaino per ogni persona), lo zucchero e le spezie desiderate (il cardamomo è molto usato). La miscela va mescolata con cura, così che la polvere si sciolga bene.
- Rimettere il cezve sul fuoco. Una volta che si avrà mescolato il tutto, il bricco va rimesso sul fuoco, con una fiamma che non deve essere troppo forte. A poco a poco che la temperatura salirà, si formerà uno spesso strato di schiuma, e mano a mano che essa aumenterà di volume significa che la bevanda sta per raggiungere il punto di ebollizione.
- Ora si può optare per due metodi differenti: servire subito il caffè, versandolo nelle tazzine, oppure togliere il cezve dal fuoco, lasciarlo raffreddare per qualche secondo e poi rimetterlo sul fuoco, in modo da ottenere una bevanda ancora più corposa. In ogni caso, prima di assaporare il caffè in tutto il suo aroma, è meglio far “riposare” l’infusione per qualche minuto, così che la polvere sospesa si depositi sul fondo.
Il caffè turco è patrimonio Unesco
Il caffè turco è una ricetta così importante e deliziosa che l’Unesco l’ha riconosciuta come patrimonio immateriale dell’umanità. Non a caso ha una sezione dedicata all’interno del Museo delle arti turche e islamiche, prezioso riferimento culturale in cui sono conservate alcune delle più preziose tracce del passato del Paese.
E tra l’altro proprio quest’anno, Stefano Patuanelli – ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali – ha annunciato la presentazione della candidatura a patrimonio culturale immateriale dell’umanità del Rito del caffè espresso italiano tradizionale. L’Unesco si pronuncerà a tal proposito nel 2022.