Dove nasce il vero caffè napoletano. Storia e curiosità

Vi siete mai chiesti quali siano le origini del vero caffè napoletano? La storia d’amore tra i chicchi di caffè e Napoli è oggetto di diverse teorie: alcuni storici del gusto sostengono che nacque nel 1600, altri addirittura due secoli prima.

Le origini del vero caffè napoletano: dove tutto ha inizio

Una prima scuola di pensiero riconduce la comparsa dell’oro nero napoletano all’anno 1614, quando Pietro Della Valle – musicologo romano – decise di abbandonare Roma per fuggire da un dispiacere sentimentale e di vivere a Napoli. Nella città partenopea rimane poco: inizia un viaggio verso la Terra Santa, dove si stabilirà per ben 12 anni.

Qui fece la conoscenza di una particolare bevanda detta “khave“: un brodino nero molto profumato, versato in piccole scodelle di porcellana e bevuto dopo pranzo. Della Valle raccontò di questa delizia ad alcuni suoi amici napoletani via epistolare, in particolare a Mario Schipano. Ed è così che si cominciò a parlare del caffè anche tra le viuzze di Napoli, una delle prime città in Europa a conoscerne l’esistenza.

Una seconda scuola di pensiero ritiene, invece, che il caffè a Napoli fosse già presente nel 1450, quando nella città campana regnavano gli Aragonesi. Alcuni studiosi, infatti, sostengono che la bevanda fosse giunta clandestinamente all’Università di Medicina di Salerno due secoli prima del viaggio in Medio Oriente di Pietro Della Valle.

Gli storici del gusto sono però d’accordo su un punto: prima di diffondersi tra il popolo, il caffè inizialmente venne consumato largamente nei salotti della Napoli bene grazie a Maria Carolina d’Asburgo, che nel 1768 sposò Ferdinando IV di Borbone. Fu proprio lei ad introdurre a corte l’uso del caffè, nonostante all’epoca si ritenesse che il colore nero tipico della bevanda “portasse male”.

Ad ogni modo, è sicuro che il vero caffè napoletano sia diventato tale solo agli inizi del 1800, con la comparsa dei primi caffettieri ambulanti. Da quel momento, ha iniziato a diffondersi in tutta la città: merito dei caffettieri, che percorrevano tutta Napoli con i loro recipienti pieni di caffè, latte, tazze e zucchero. Ed è così che è entrato a pieno titolo nella tradizione napoletana, sia gastronomica che culturale: il caffè è una bevanda buonissima, ma fin da subito divenne anche un rito sociale, un momento di aggregazione da condividere con le persone a cui si vuole bene, ma anche con illustri sconosciuti.

Nel corso degli anni, la storia del vero caffè napoletano è proseguita dentro le case dei napoletani con la classica caffettiera napoletana, la cosiddetta “cuccumella”, e nei migliori bar di Napoli.

La storia recente del vero caffè napoletano

Se il 1800 rappresenta il secolo in cui il popolo napoletano inizia a prendere confidenza con il caffè, è nel corso del Novecento che diventa a tutti gli effetti un rito per centinaia di migliaia di persone. Si inizia ad usare la caffettiera praticamente in ogni casa e i Caffè di Napoli diventano una realtà consolidata (già verso la seconda metà dell’800 avevano aperto il Gran Caffè e il Caffè delle Sette Porte).

Per i napoletani che ogni giorno affollano le strade del capoluogo partenopeo non è possibile fare a meno di un buon caffè, sia che lo si prepari con la vera caffettiera napoletana, con la moka oppure gustato con la macchina espresso al bar. E lo stesso vale per i turisti.
Ed è proprio il turismo che ha contribuito ad accrescere ancor di più la meritata fama del vero caffè napoletano. Quando all’estero si parla di caffè, è quasi automatico associarlo a Napoli.

Curiosità sul vero caffè napoletano: come gustarlo appieno

Quando parliamo di caffè napoletano giustamente ci si concentra sulla qualità della materia prima, che però non è certamente made in Naples.
I chicchi di caffè arrivano perlopiù dal Sud America, in particolare dal Brasile. Ma allora qual è il segreto che lo rende così buono? Non ce n’è solo uno, ecco gli elementi che fanno la differenza:

  • Tostatura dei chicchi
  • Acqua di Napoli
  • Tazzina di ceramica bianca sufficientemente riscaldata

Sono questi i tre aspetti che fanno la differenza, ed è per questo motivo che il caffè di altre città non ha lo stesso gusto di quello napoletano. E certamente anche alcune dinamiche di contorno contribuiscono ad “insaporirlo”, come ad esempio il bicchiere d’acqua da bere prima del caffè per sciacquarsi la bocca e la straordinaria convivialità delle case napoletane e dei bar.
Non una semplice bevanda dunque: il caffè a Napoli è un’istituzione, un culto da consumare a qualsiasi ora della giornata.