Guida alle varietà di pianta del caffè presenti nel Mondo

La pianta del caffè è l’arbusto da cui prende vita il chicco che, terminato il processo di torrefazione, finirà nella tua tazzina. Ne esistono diverse specie nel mondo, e in questa guida abbiamo deciso di fare un po’ di ordine per capire quali sono le tipologie utilizzate per la produzione di caffè.

Origini della pianta del caffè

Come vedremo nel paragrafo seguente, i maggiori produttori di caffè si trovano in Asia e America, ma la vera origine dell’arbusto della Coffea è da ricercarsi in Africa. Ed in particolare in Etiopia, Sudan sud-orientale e Kenia. Da qui si è diffusa successivamente in tutto il mondo, ad esempio in Yemen, dove nel 1450 si iniziò a consumare il caffè come bevanda.

Anche la Coffea Robusta ha origini africane, e più precisamente in Uganda e in Guinea. Qui ha avuto inizio la coltivazione di questa varietà, meno delicata rispetto alla classica Arabica (e per questo motivo anche più economica).

I semi tostati della pianta del caffè sono arrivati in Europa verso la fine del 1500. In Italia fecero la loro prima apparizione a Venezia, per i tantissimi scambi commerciali con le terre di tutto il mondo. Solo nel 1700 il caffè arriva in Brasile e nei Caraibi (a differenza di quello che è il pensiero comune).

Pianta del caffè: le tre tipologie

L’arbusto in questione fa parte della famiglia botanica delle Rubiacee, e il suo nome scientifico è Coffea. Ne esistono circa 100 diverse tipologie, ma solo alcune sono davvero indicate per la produzione del caffè come piace a noi. In particolare, quelle più apprezzate sono:

  • la Coffea Arabica
  • la Coffea Robusta
  • la Coffea Liberica

Le due varietà più diffuse sono ovviamente le prime due, anche in Italia nella preparazione dell’amatissimo espresso. La terza, ovvero la Coffea liberica, è sicuramente meno utilizzata rispetto a quelle citate in precedenza. Comunque, la pianta del caffè – quale che sia la specie – presenta tutte le stesse caratteristiche: un tronco con rami primari e secondari, foglie verdi e i tipici frutti rossi, che sembrano una ciliegia. Prima che essi arrivino ad avere il colore rosso vivo celebre, ci vuole il suo tempo: prima sono verdi, subito dopo la fioritura dei fiori di colore bianco, originati direttamente sul tronco.

La Coffea è una pianta molto delicata, che necessita di alcune specifiche condizioni per sopravvivere. Tra queste, una temperatura costante tra i 17-23° e piogge regolari. Ed è normale dunque che sia ampiamente diffusa nelle zone tropicali ed equatoriali, specie in alcune regioni di Africa, America Centro-meridionale e Asia. Ed è consequenziale come i maggiori produttori di caffè al mondo siano Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia. E in Italia? La coltivazione non ha diffusione, nonostante la Sicilia ci abbia provato, ma le temperature rigide invernali non permettono alla pianta di sopravvivere.

Come coltivare la pianta del caffè

La pianta che si adatta meglio al nostro clima e all’ambiente domestico è la Coffea Arabica. É un arbusto della famiglia delle Rubiaceae, coltivato per la produzione del caffè in grani e da cui provengono anche le soluzioni macinate monodose delle cialde di caffè.

Si tratta di una pianta sempreverde, caratterizzata da foglie ovali della lunghezza di circa 15 centimetri e da un tronco che raggiunge circa un metro e mezzo di altezza. Questo per ciò che riguarda la pianta del caffè in vaso, dal momento che in natura il suo arbusto può arrivare fino ad 8 metri.

Il nostro consiglio è quello di optare direttamente per l’acquisto di una piantina, quando si intende coltivarla in casa. In questo modo non si dovrà passare dalla fase della semina, che peraltro non è così semplice. Occorre, inoltre, un vaso del diametro di circa 25 cm, di terriccio drenante e con un pH acido tra 5 e 6, un fertilizzante con un buon bilanciamento di azoto, fosforo e potassio, un nebulizzatore e acqua a temperatura ambiente.

Essendo una pianta tropicale va posizionata in un ambiente luminoso (ma non direttamente a contatto con la luce, dal momento che le foglie potrebbero bruciarsi) e caldo (temperatura ideale è di 20 gradi). Raccomandiamo anche il posizionamento in un ambiente in cui ci sia un buon ricambio d’aria, così da evitare l’insediamento di parassiti.