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Inizialmente meno consumato rispetto alla tradizionale moka, in pochi anni il caffè in cialde è diventato il più amato dagli italiani. Lo certificano i numeri, come vedremo in questo articolo, dove andiamo ad analizzare come si è evoluto ed espanso il mercato delle cialde.
Caffè in cialde: in Italia c’è un giro d’affari enorme
La pandemia e il lockdown hanno sicuramente contribuito all’aumento vertiginoso delle cialde di caffè. Ma non è l’unico motivo. In generale, è molto apprezzato il fatto di poter gustare un caffè come quello del bar restando comodamente a casa. E inoltre le macchine automatiche in cui si inserisce la cialda (o la capsula, sono due prodotti diversi) garantiscono quella cremosità tipica del caffè fatto nei bar, e che la moka non riesce a fare.
Ovviamente la moka rimane ben presente nelle case degli italiani: è una tradizione che non scomparirà, perché c’è un grande affetto nei suoi confronti e comunque molte famiglie la preferiscono. Tuttavia, i dati parlano chiaro: rispetto al 2020, nel 2021 il consumo di cialde e capsule è cresciuto del 22,6%, raggiungendo la quota di 51 milioni di euro fatturati. Una crescita esponenziale, di un mercato che è destinato ancora ad allargare il proprio raggio, confermata anche da Cristina Farina, Sales Manager di Nielsen: “Le capsule sono cresciute anno su anno rivitalizzando l’industria del caffè senza mai accusare un momento di stanca. In più, le capsule hanno aumentato il valore della categoria rispetto al caffè macinato“.
E pensare che fino al 2014 il 53,3% degli italiani preferiva ancora la moka. Adesso, lo stesso dato è sceso al 37,2%. E se in quell’anno la macchina a cialde era preferita da 28,8%, ora la percentuale è salita al 39,5%. Ma a cosa è dovuto questo successo. Prevalentemente per tre ragioni:
- Replicano il gusto del caffè preso al bar;
- Sono pratiche e veloci da utilizzare;
- Il loro costo si sta notevolmente abbassando negli ultimi tempi.
Ma come sono fatte le cialde?
Una cialda, come ad esempio quella della linea compostabile di Caffè Borbone, contiene al suo interno 7 grammi di caffè macinato e pressato. Si tratta di un prodotto costituito da un filtro di carta di 44 mm, compatibile al 100% con tutte le macchine che utilizzano il sistema Easy Serving Espresso. Ciò assicura una modalità di utilizzo molto semplice, e poco impattante nei confronti dell’ambiente. Infatti, grazie alle caratteristiche naturali della carta e dei fondi di caffè esausti, è possibile conferire queste cialde nei bidoni dell’umido. Esse verranno utilizzate per la produzione di compost di qualità, da utilizzare come fertilizzante naturale.
Rispetto alle capsule e alla plastica di cui sono fatte, il caffè a cialde è anche più cremoso, denso e corposo. Risulta più buono proprio a livello di gusto, dal momento che non entra in contatto con materiali resistenti (come sono sia la plastica citata che l’alluminio), ma solo con il filtro carta, che è l’involucro della stessa cialde. E anche il processo di estrazione del caffè, usato per le cialde, si avvicina maggiormente al metodo dell’espresso tradizionale fatto al bar.
Tornando ai numeri di mercato, le cialde ESE (Easy Serving Espresso, cioè la tecnologia che facilita la preparazione di un ottimo caffè espresso grazie a pochi e semplici gesti) sono quelle impiegate da quasi la totalità dei consumatori. Grazie allo standard E.S.E., le cialde hanno tutte le stessa dimensione e risultano compatibili con molte macchine da caffè presenti in commercio (tra le più famose ricordiamo la macchina Faber, la Didiesse Frog, la Mokona Bialetti e la Tazzona Bialetti). Ciò si traduce in un 5% del mercato totale del caffè detenuto dalle cialde stesse.
Come si evolverà il mercato delle cialde di caffè nei prossimi anni?
E’ plausibile pensare che la moka rimarrà nelle famiglie italiane, quasi per rispetto e affetto verso un macchinario che ha fatto la storia. Rimarrà però una fetta di persone che continuerà a preferire la moka, specialmente al Sud Italia, dove resta un totem per moltissime famiglie. Per il resto, il caffè verrà consumato prettamente tramite le cialde oppure direttamente al bar.
E’ importante che non scompaiano certe tradizioni: quella della moka, certo, ma anche il caffè al bar, che ha un valore sociale fondamentale. Quello che le capsule e le cialde non possono offrire è il contatto con la gente, il parlare anche con estranei e confrontarsi sulla società, sulla politica e molto altro. Il mercato sta cambiando, ma c’è posto per tutti. Almeno questa è la nostra speranza.